Stile Juve

Caro Berti, Calciopoli ha confermato un’altra cosa: La nascita del sistema Inter. Con lo scudetto di cartone e la prescrizione dei reati sportivi i nerazzurri hanno riscritto la storia

L’ex centrocampista nerazzurro Nicola Berti carica la squadra di Inzaghi in vista del derby d’Italia che vede l’Inter impegnata stasera allo Stadium contro la Juve.

Certamente chi non vince stasera è fuori dalla lotta scudetto. Questo lo sa bene l’ex interista: “Certo. È la partita più importante della stagione. Per entrambe, un’ultima spiaggia. Se solo ci fosse il sole…”.

Poi Berti scantona e si scatena tirando in ballo Calciopoli: “Sapete perché vincere in casa della Juve è sempre stato così difficile? Perchè Calciopoli ha confermato quello che si sapeva da tempo, che c’era un sistema che ‘condizionava’ gli arbitri. Il potere è sempre stato a Torino”.

Parole, quelle di Nicola Berti alla Gazzetta dello sport, che hanno fatto infuriare anche i tifosi bianconeri che sui social lo demoliscono: “No dai, Berti ha ragione perché forse sta parlando di quel “sistema” che non ha dato un rigore a Belotti grande come un grattacielo in epoca Var”.

E ancora: “E da calciopoli in poi che sistema c’è dimmi..plusvalenze, falsi in bilancio, stipendi e giocatori non pagati, debiti monstre, indice di liquidità cambiato x farvi iscrivere…dimmi”

Ma si va oltre: “C’era un sistema che prevedeva che Moratti vincesse il calciomercato e poi arrivasse ad almeno due-tre posizioni di distacco dalla juve” e infine: “Il sistema Facchetti: Quello di trovare un capro espiatorio per vincere qualcosa illegalmente e farla franca”.

In realtà a nostro avviso Calciopoli ha segnato la storia dell’Inter: Prima del 2006 i nerazzurri arrancavano da decenni. Dopo il 2006, e in seguito allo “scudetto di cartone”,  la banda Morati dopo avere saccheggiato la Juventus dei suoi migliori giocatori a cominciato a vincere in Italia senza rivali perché scaraventati in serie B. Predominio durato però solo 6 anni perchè poi a Milano è calato nuovamente il sipario sotto i colpi di Andrea Agnelli.

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