La Juventus incassa la sua prima sconfitta della stagione, contro l’Empoli che esce dallo Stadium portandosi a casa i tre punti dopo il risultato 0-1.
A commentare il risultato della seconda giornata di campionato dei bianconeri, il giornalista Tony Damascelli che nel suo editoriale per il quotidiano Il Giornale ha individuato il responsabile della disfatta: Massimiliano Allegri.
“Non si è sentita l’assenza di Ronaldo. Si è sentita l’assenza della Juventus – ha commentato il giornalista. Il problema vero non è la partenza del portoghese ma il ritorno del livornese. Juventus senza una identità, senza un corpo, senza un gioco, senza uno spirito, l’erede di Pirlo, al secolo Allegri, ne ha combinate mille, fuori Morata, dentro McKennie all’ala, fuori Locatelli dentro Rabiot, per chi sa di football dopo venti minuti si era capito come Bentancur fosse fuori di tutto, come l’americanino sull’out assolutamente ridicolo, squadra sconclusionata con due ali a destra, Cuadrado e Chiesa e nessuno dalla sponda opposta, assenza di un attaccante vero, visto che lo spagnolo è entrato soltanto nel secondo tempo, poche idee e confuse quelle dell’allenatore che ha ricevuto l’unzione da dirigente ma non ha ancora compreso che la Juventus di oggi non è quella dell’altro ieri, slabbrata in fase difensiva là dove l’Empoli è stato ampiamente più pericoloso ma Andreazzoli non ha lo stesso salario e nemmeno lo stesso curriculum del suo collega juventino, però la squadra toscana ha giocato un football intelligente, allestendo almeno cinque occasioni pericolose”.
Damascelli continua: “La Juventus si ritrova con un punto dopo due partite e non c’è molto da scavare: il responsabile sta a bordo campo, così il suo predecessore, Pirlo, era stato il bersaglio comodo delle censure. La squadra bianconera non ha alcuna definizione, è confusa, è confusionaria, l’allenatore le ha provate tutte non capendone una, volendo dimostrare di essere il più bravo e intelligente di tutti. Cristiano è il passato ma questa Juventus non pensi di avere un futuro, non si vede una luce al di là delle chiacchiere di repertorio”.