Ha destato molta indignazione la notizia della festa organizzata nella villa del texano Weston McKennie, alla quale hanno partecipato anche Paulo Dybala e Arthur. I tre bianconeri si sono difesi sostenendo che fosse una cena (in particolare Dybala, che nelle scorse ore ha chiesto scusa), ma non è bastato il pentimento tardivo a evitare la scure della Juve: multa per i tre partecipanti e, pena ben più severa, la mancata convocazione al derby contro il Torino.
A fornire ulteriori dettagli della vicenda, il vicino di casa di McKennie che ha allertato le forze dell’ordine:
“Non credo che essere un calciatore famoso dia il diritto di essere sopra le regole – ha raccontato a il Corriere della Sera -. Verso le 22.30 sono uscito a portare a spasso il cane, ho visto una fila di auto parcheggiate a bordo strada e un gruppo di persone, tutte senza mascherina, di fronte al cancello. C’erano Mercedes con targa spagnola, tante Jeep e poi sono arrivati diversi taxi con a bordo giovani ragazze. Visto che le cene tra amici non sono consentite e il coprifuoco era scattato da un pezzo, ho deciso di avvertire le forze dell’ordine“.
“I carabinieri hanno identificato una decina di invitati? – ha continuato l’uomo -. Mi sembrano pochi, secondo me erano molti di più, magari qualcuno si è allontanato. Non ho nulla contro McKennie, che è un ragazzo tranquillo. Sta a casa o va allenarsi, mi sembra un bravo professionista. E io sono un tifoso bianconero. Per questo mi dispiace, ma se invece di andare alle feste pensassero di più al campo… Le regole si rispettano, a maggior ragione se sei un calciatore famoso. Non dovresti sentirti al di sopra degli altri, ma dare il buon esempio“.