Stile Juve

Andrea Bosco: “Se venisse accolto il ricorso del Napoli, sarebbe la fine del calcio in Italia”

“Una brutta storia”: Andrea Bosco definisce così il caos di Juventus – Napoli.

La brutta storia è riferita al comportamento del Presidente del Napoli che in barba al protocollo siglato dalla Lega, ha deciso di fare a modo suo.

Ecco i passaggi più significativi dell’editoriale del giornalista: “Il Genoa va giocare a Napoli nonostante prima della gara un suo giocatore fosse risultato positivo. Ci va perché il protocollo siglato dalla Lega (vale a dire tutte le società di serie A) prevede che se tu hai almeno 13 giocatori non positivi, devi giocare”, ricorda il giornalista.

Nel frattempo “Torino-Genoa viene rinviata. Al Napoli la tensione è alta, al pari della preoccupazione. Fanno i tamponi e positivo risulta il solo Zieliski, in un primo momento”.

“Mentre la squadra sta per salire sul bus rotta aeroporto la notizia di una nuova positività. E quasi in contemporanea quella che una Asl di Napoli ha bloccato il viaggio dei partenopei a Torino”.

Il comunicato della Asl in realtà è ambiguo: si parla di Zielinski ma non si fa espresso divieto al club di partire. Del resto la Asl (la stessa?) non aveva fatto un plisset per la trasferta della Salernitana con due positivi a Verona. Del resto altre Asl in altre regioni non si erano occupate di Ibra o Toloi o dei giocatori del Torino”, sottolinea Andrea Bosco.

Secondo Bosco ci sono due cortocircuiti. “Quello tra il ministero della salute (che ha sottoscritto con la Federazione il protocollo ) e le Asl. Che dipendono dal Ministero pur avendo autonomia discrezionale. C’è stata nella vicenda, par di capire, anche una responsabilità del Napoli. Che dopo i tamponi invece di isolarsi in una “bolla“ ( come prevede il protocollo ) ha mandato (e per due volte) i suoi giocatori a casa. Da qui, forse, la presa di posizione della Asl . Forse”.

Secondo possibile cortocircuito: una Federazione che smentisse la Lega, accogliendo il ricorso (che inevitabilmente ci sarà) del Napoli. Sarebbe la fine del calcio in Italia. Un precedente che vedesse i vertici del Palazzo calcistico uno opposto all’altro, sarebbe letale. Oltre che un precedente che consegnerebbe il campionato di calcio alle Asl.

Il giornalista ribadisce: “Non bisogna essere ipocriti. Con il virus fino a quando non ci sarà un vaccino si dovrà convivere. E fino a quel momento si dovrà contemporaneamente “vivere”. Con tutti i rischi del caso, ovviamente . Secondo: a me non piacciano i risultati ottenuti a tavolino. La penso come Andrea Agnelli. Storicamente sono “altri“ che dei risultati a tavolino si sono avvalsi o avrebbero preteso di avvalersi. Le sanzioni contro il Napoli prefigurano un campionato con delle ombre. Ma la controindicazione è evidente: se tutti fanno come gli pare, se ogni Asl può intervenire, se il protocollo non viene rispettato, il campionato è finito.

“Ora la rogna appare inestricabile. E non solo perché sarà difficile trovare uno slot per un (eventuale) recupero . A livello di giustizia sportiva il problema non si dovrebbe porre: 3-0 per la Juve. Vedremo se il Napoli si disporrà nel ricorso per i tre gradi della giustizia sportiva o se andrà direttamente al Tar a quella ordinaria. Ci sarebbe voluto buon senso”.

“Dovesse la Federazione inginocchiarsi al Tar (Carraro lo fece) sentiti auguri a chi dovrà trovare uno slot per il recupero”. 

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