Lungo post su Facebook di Luciano Moggi che augura ancora un buon Ferragosto a tutti.
L’ex direttore generale della Juventus scrive:
“È passato da poco il Ferragosto ed io, riflettendo su come era atteso questo giorno nel passato e su come è trascorso quest’anno, non ho potuto fare a meno di spogliarmi delle vesti di commentatore sportivo per venire a voi nella forma più sociale”, scrive Moggi.
“Per gli antichi romani era la festa di fine raccolto sui campi per consentire a chi ci aveva lavorato di recuperare energie. Per la Chiesa è la festa della Madonna, e il 15 agosto ci riconduce all’Assunzione al cielo di Maria. Proprio questa festa di mezza estate, arrivata subito dopo la conclusione del lungo lockdown causa coronavirus, ci invita a riflettere sul recente passato, al fine di formare il bagaglio di esperienza di ogni essere umano. Per correggere gli sbagli, se ci sono stati, per evitare di incorrere negli stessi per il futuro, e per perdonare chi ha sbagliato”.
“Sarà sicuramente utile ripercorrere a ritroso, con la nostra mente, a quando si aspettava questo giorno per fare gite, pranzi e cene, balli, canti e fuochi artificiali, ma è decisamente importante e necessario confrontarlo con quello vissuto adesso, con le persone distanziate per evitare contagi, con le mascherine in faccia a protezione di un nemico invisibile ma mortale. Questa festa romano-cristiana ce ne offre l’opportunità e la dobbiamo cogliere per evitare quanto meno gli errori che una situazione improvvisa e imprevedibile ci ha portato a commettere. Persone che si sono trovate involontariamente prigioniere da una parte con moglie o marito lontano, impossibilitati a viaggiare per disposizione del Governo, ma soprattutto tanta gente in condizione economica precaria, neppure in grado di sostentarsi”.
“Per tanti motivi la festa di ferragosto è quest’anno volata via impregnata da un’atmosfera rarefatta: ai distanziamenti sociali tra persone si sono accavallati purtroppo anche pensieri contraddittori. In tutti però traspariva la voglia di vivere, per aver passato indenni i mesi bui del virus. Nelle chiese si sono cantati gli inni alla Madonna Assunta: simbolo di fede, per i credenti, da rinnovare per guardare alla vita con fiducia, e pausa di riflessione, per i non credenti, sul valore della vita, della famiglia, delle amicizie che non devono tradire, del lavoro da progettare”.
“Sforziamoci nel tenerne conto perché condividere dialoghi e speranze diventa forza comune, fonte di ricchezza d’animo, e ci fa godere questo destino nonostante sia tanto faticoso ma avvincente. Anche perché mai come quest’anno abbiamo apprezzato il valore della salute e della vita. Sembra quasi che il coronavirus sia stato un ammonimento celeste per insegnarci ad essere più buoni, a farci capire che non siamo niente sulla terra, che siamo tutti uguali di fronte a Dio, a insegnarci che il rispetto è l’arte del buon comportamento che tutti devono avere nei rapporti con gli altri. Ci ha anche fatto capire che siamo tanti piccoli fuscelli che il vento può spazzare quando vuole.
Antonio De Curtis, in arte Totò, scrisse la celebre poesia “’A LIVELLA” ricordando che al di là delle professioni e posizioni che si occupano in vita, in fondo, davanti all’ultimo passo, siamo tutti uguali ed umani”.
“Questo ci dice dall’alto la Madonna in questi giorni di festa: sembra un monito per farci capire che al di sopra di tutto e tutti esiste un tribunale celeste che vede e provvede. Accettiamolo e comportiamoci di conseguenza, le scalate sociali devono essere fatte a seconda dell’intelligenza di ciascuno e non a seconda del potere che qualcuno può ostentare, mentre tradire vuol significare scavare un solco profondo nell’animo di ciascuno e tradire per vincere vuol significare spesso perdere. Cogliamo gli insegnamenti. Buon ferragosto, amici”.