Stile Juve

Spalletti: “Fa piacere sentire ancora la forza e la passione di John Elkann e della famiglia per questo club”

Spalletti in conferenza parte dall’annuncio di Elkann sulla Juve:

“Anche se sono arrivato da poco tempo penso di poter coinvolgere tutta la squadra in questo discorso. Fa piacere sentire ancora la forza e la passione di John Elkann e della famiglia per questo club. Dà a noi dare forma e sostanza a questa passione onorando il passato e costruendo il futuro dello stesso livello e anche migliore come ci ha detto Elkann quando ci è venuto a trovare”.

BREMER E RUGANI – “Rugani è già usabile anche se in maniera ridotta. Per Bremer, per la delicatezza della cosa, lui è uno di quelli che h questa disponibilità però si vede che ha bisogno di tempo, bisogna andarci cauti per non metterlo in difficoltà”.

CAMBIO MODULO – “Io mi stupisco ancora quando sento parlare di schemi in campo e caselle in campo. Nel calcio attuale è cambiato non vinci occupando posizioni ma gli spazi. Ormai si va all’uno contro uno a tutto campo e bisogna adattarsi a questo calcio. Vero che ho idea di mettere la squadra con questo 4-3-3 o 4-2-3-1, voglio provare a fare qualcosa di diverso, ma è solo un discorso di partenza perchè poi la partita ti porta ad altri moduli”.

CONCEICAO – “La sua evoluzione è diventare più decisivo, deve rendere più possibili i risultati di fare goal, essere più determinato in fase offensiva. Ha questo spunto micidiale che ti mette in imbarazzo di fronte al suo scatto. Mettiamoci pure qualche fase difensiva, qualche duello, ma abbiamo visto un grande disponibilità anche a fare rincorse a dare una mano e quindi siamo sulla strada giusta”.

BOLOGNA- “Bisogna fare i complimenti a chi lo allena e chi lo ha costruito, sta facendo vedere di avere grande qualità e sanno dove vogliono andare. Non hanno timore di niente, ti costringe ad una quantità di duelli, cerca di chiuderti, ti indirizzano dove vogliono, non gli interessa quanto spazio hanno dietro le spalle. Per essere bravo a far la partita devi abbattere questi recinti, non fare uomo contro uomo ma uomo oltre l’uomo. Se non siamo pronti a questa condizione per noi sarà una serata complicata da raccontare”.

“La personalità è un elemento fondamentale nel calcio. Se una volta aveva personalità chi rischiava la giocata ora ci vuole nell’accettare la partita a tutto campo, nell’andare a indirizzarli negli spazi dove tu vuoi al di là del gesto tecnico. La partita va riempita di quello che serve nel calcio moderno e noi dobbiamo fare passi in avanti in queste cose. Ormai fanno tutti così e diventa una costante quella di sapersi ritagliare dove voglio andare, per avere un voto sufficiente in pagella basta una giocata, per fare una partita da campioni bisogna stare dentro il cuore della squadra per 90′ e vicino al pallone. Una giocata sola non basta più, ora è un altro il modo di ragionare”.

COSA HA DETTO ALLA SQUADRA – “Serve soprattutto questo. Ci sono due tipi di partita nella stessa gara. Il comportamento di squadra e una condizione agli svolgimenti di gioco di carattere individuale. L’episodio individuale che può fare la differenza. C’è un limite dove questo non si può fare, può capitare 1 volta, non che spesso poi si mette che questa l’ho interpretata male, mi sento frustrato perchè non mi doveva capitare e non ho saputo reagire… è una roba che siamo disponibili e si fa quello che ci vuole senza presunzione, senza confini, senza esitazione. Si va a fare quello che c’è bisogno di fare, quello che è il motivo per cui siamo qui”.

ITALIANO – “Io ho 40 anni di più, mi farebbe picere rivedermi in quelle vesti. Sicuramente da Italiano si può imparare delle cose, per me è uno dei giovani più forti che abbiamo e ho detto a tutti di prendere Italiano, non solo al presidente De Laurentiis”.

SQUADRA A CAMPIONATO IN CORSO – “Non mi convincerete a non aspettarmi grandi cose da questi ragazzi, nessuno mi convincerà che non sono bravi. Non mi convincerete a farmi pensare che questi limiti non riusciremo a superarli. Un allenatore deve essere ossessionato dal poter modificare, migliorare la squadra. Uso il dialogo perchè li vedo interessati e disponibili, se ci fosse bisogno poi si dialoga anche meno”.

JOHN ELKANN – “Sì l’ho visto poche ore fa, l’ho visto ieri. Ogni tanto mi manda i suoi pensieri e sono cose che fanno piacere. Penso che nel messaggio di oggi voglia metterci dentro un futuro, anche se dobbiamo avere per forza quel pensiero alla vittoria come ho detto quando sono arrivato”.

RITIRO – “Il ritiro, non andremo più in ritiro. Il ritiro non è un luogo ma una condizione mentale. Non si va più in ritiro perchè per quanto mi riguarda è una fatica maggiore. Le ho viste tutte le strade da percorrere e questa è un fatica in più. Ai ragazzi che vengono dall’estero, chi ha mogli, figli… da stasera cominci il viaggio, poi la borsa, vai là e tutto il giorno pensi la partita e tutto diventa una corrosione per i muscoli e la testa. Se si ha a che fare con un gruppo di bravi ragazzi, che la condizione mentale è corretta come quelli della Juventus, non si va in ritiro. Chi veste la maglia della Juventus è sempre in ritiro, anche quando è a casa perchè lo sa che dipende dai risultati. Quindi, si parte domattina”.

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