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Inter, stangata per Zhang: la Corte d’Appello di Milano ha riconosciuto la sentenza del tribunale di Hong Kong

Si susseguono le pessime notizie per il Presidente dell’Inter. L’ultima in ordine temporale l’ha diffusa Tuttosport che scrive:

È una stangata per Steven Zhang: la Corte d’Appello di Milano ha riconosciuto la sentenza del tribunale di Hong Kong del settembre del 2022 e, quindi, l’ha resa esecutiva anche in Italia. Cosa significa? Secondo il tribunale cinese, Zhang deve alla China Construction Bank 320 milioni e adesso quella banca può esigere il credito da Zhang anche in Italia. Insomma, se ci sono proprietà del presidente dell’Inter in Italia, il creditore potrebbe legalmente “aggredirle” (così si dice in gergo quando un creditore può rivalersi su beni mobili e immobili). Quindi anche l’Inter? No. L’Inter è fuori da questa vicenda. O per lo meno non è direttamente coinvolta”, si legge sulle colonne del quotidiano sportivo..

“Zhang, infatti, non ha beni di proprietà in Italia. La China Construction Bank ha provato anche a pignorare lo stipendio da presidente dell’Inter, ma senza successo perché Zhang non risulta ricevere uno stipendio”.

Ma è proprietario dell’Inter? Tecnicamente no. O, meglio, le azioni dell’Inter sono dentro a un holding in Lussemburgo e, peraltro, sono in pegno al fondo di investimento Oaktree, a garanzia del debito di 400 milioni, peraltro in scadenza a maggio e che Zhang, al momento, non può rimborsare. Da qualche mese sta discutendo l’eventualmente rifinanziamento, sempre da parte di Oaktree, ma non ci sono stati annunci positivi per ora”.

Ed è quella la situazione che può incidere sul futuro dell’Inter più della sentenza della Corte d’Appello di Milano, che certo non migliora la situazione di Steven Zhang, ma senza diretti contraccolpi sulla squadra. Diversa è la situazione se il debito non venisse rifinanziato: a quel punto le azioni dell’Inter finirebbero nelle mani del fondo Oaktree.

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