Paulo Dybala è stato convocato e interrogato dalla Guardia di Finanza, nell’ambito dell’inchiesta Prisma che vede coinvolta la Juventus.
Secondo quanto riportato tra le colonne di Repubblica, i Finanzieri lo hanno ascoltato nella giornata di martedì 21 febbraio, come persona informata sui fatti, per circa un’ora e mezza:
Gli inquirenti volevano capire da Dybala alcuni aspetti emersi durante l’inchiesta “Prisma” sui conti della Juventus condotta dai pm Gianoglio, Bendoni e Santoriello.
L’ex Juve, è stato accompagnato in procura dai legali della Roma: “Il cuore delle domande rivolte al fuoriclasse della Roma, riguardava il periodo alla Juve e più nello specifico ruotava intorno a 3 milioni di euro: una cifra che gli inquirenti vogliono capire se sia stata o meno pagata dai bianconeri al fantasista argentino e a quale titolo”.
Il tutto sarebbe nato da una richiesta dell’avvocato del calciatore avanzata alla Juve a maggio, alla fine delle trattative per il rinnovo: “Dybala sarebbe stato illuso di ottenerlo e chiedeva un indennizzo, alla fine dello scambio sarebbe arrivata – siamo a settembre 2022, quando Paulo era già a Roma da 2 mesi – una proposta di risarcimento per responsabilità precontrattuale da 3 milioni, che la Juventus ha inserito nel nuovo bilancio come fondo rischi”.
Una cifra che per la sua stessa entità avrebbe insospettito i pm. Perché molto vicina ai 3,783 milioni che i bianconeri e Dybala si erano accordati a spalmare nel 2021 sulla stagione successiva. Era parte della famosa manovra stipendi bis, ossia l’operazione con cui il club si è accordato con i giocatori per posticipare alcuni stipendi del campionato 2020/21 su quello successivo.
La Procura federale ha già aperto un fascicolo sulla manovra stipendi e Dybala rischia grosso. Perché l’articolo 31 del Codice di giustizia sportiva, vieta alle società di pattuire o corrispondere compensi in violazione delle norme federali, ma vieta anche ai calciatori di accordarsi per riceverne. La pena è una squalifica di durata non inferiore a un mese.