Il processo penale per la Juventus “resta un percorso oscuro”. Lo afferma Andrea Bosco per le colonne di Tuttojuve.
“Zeppo di trappole, di intercettazioni rivelate, di brogliacci pubblicati . Ultimo “la carta di Ronaldo“ firmata da Fabio Paratici con la quale si sottoponeva a Cr7 una ipotesi di pagamento dilazionato. Carta mai depositata in Lega”, ricorda Andrea Bosco.
“Carta che non ha (a meno che non ne esista un ‘altra) la firma di Ronaldo. Carta che però è stata pubblicata dal “Corriere della Sera“ prima che il dibattimento (previsto nel corrente mese) abbia avuto inizio. Quindi delle due l’una: o quel documento è un atto pubblico, ergo consultabile e allora il “Corriere della Sera“ oltre che a realizzare uno scoop, ha fatto solo egregiamente il suo lavoro”.
Oppure “c’è un “corvo“ alla Procura di Torino, la carta non avrebbe dovuto uscire da quegli uffici, qualcuno l’ha fatta deliberatamente “camminare“, e allora è la Procura di Torino che non ha fatto bene il suo lavoro. Non si dica: “un cancelliere infedele“.
Bosco ribadisce: “Forse c’è una “gola profonda“ nella Procura di Torino, che offre becchime ai media. In questo secondo caso, una ispezione sarebbe opportuna. Al pari di un esposto, nel merito, della Juventus. Il Corsera avrebbe dovuto titolare La carta che secondo i pm inguaierebbe la Juventus“ , non “La carta che inguaia la Juventus“.
Secondo il giornalista di fede bianconera “i media hanno inzuppato il “biscotto“. E senza mai illustrare la tesi difensiva della Juventus. Quando l’hanno avuta (la tesi) ne hanno dato conto in due righe: citofonare “Report“. E’ un vecchio vizio quello dell’informazione italiana di accanirsi non appena a scorrere è il sangue. Poi magari un “presunto colpevole“ dopo tre/ quattro anni (e dopo che la sua reputazione e la sua vita sono state rovinate) viene assolto. Ma la notizia finisce a una colonna in decima pagina. Se va bene. E soprattutto: nessun magistrato che “sbaglia“ mai paga in solido, per i suoi errori. Come avviene in qualsiasi altro mestiere”.