Stile Juve

Zuliani: “Condannare la Juve per salvare gli altri, un classico. Ricordate lo spalmadebiti di Silvio e le plusvalenze sui marchi e agli sponsor cinesi”

Il giornalista Claudio Zuliani torna a parlare della situazione in casa Juventus, difendendo a spada tratta i colori bianconeri.

“Passano i giorni di un’inchiesta chiusa in attesa dei prossimi passi giudiziari che porteranno, probabilmente, ad un processo dove sentiremo la tesi dell’accusa e l’antitesi della difesa”, spiega il giornalista di fede bianconera.

Si cari fratelli bianconeri e sorelle bianconere, sentiremo la difesa. Questo è il punto. Il procuratore di Torino ha chiuso l’inchiesta e formulato le sue accuse, al contrario di quanto vi fanno intendere i giornali”.

Non ci sono novità ogni giorno, non ci sono sviluppi dell’inchiesta, non ci sono nuove intercettazioni come dice l’avvocato Afeltra: “ tutte le intercettazioni, 17 faldoni di indagine, sono a disposizione dal 25 ottobre e tutti possono usarle. Capite bene che i giornali parlano di sviluppi e nuove rivelazioni dal 28 di novembre, quando era da un mese che l’inchiesta era terminata con tutte le intercettazioni a disposizione”.

Finitela di farvi prendere in giro dagli altri perché di altri si tratta. Hanno una visione distorta di quello che vi succede perché mirano ad una vostra punizione. Condannare la Juve per salvare gli altri, un classico”.

“È talmente evidente che nei salotti televisivi milanesi, esponenti tifosi di di squadre che sono passate negli anni dallo spalmadebiti di Silvio alle plusvalenze sui marchi e agli sponsor cinesi che non compaiono da nessuna parte, vi domandano se non provate vergogna a leggere le intercettazioni”.

Dovrebbero provarla loro per la situazione debitoria in cui hanno vissuto e continuano a vivere da decenni senza che nessun organo della repubblica aprisse un’inchiesta con tanto di pezzi giornalieri di telefonate spalmate sugli organi di stampa”.

Svegliatevi gente perché non è cominciato ancora il processo e già vi hanno condannato esponendovi a pubblico ludibrio”.

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