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De Laurentiis rilancia nuova idea SuperLega: Serve un campionato europeo

Tutti a criticare l’idea della SuperLega lanciata da Andrea Agnelli, tranne uno: si tratta del presidente del Napoli De Laurentiis.

Il patron azzurro individua una idea più “morbida” di SuperLega e ritiene indispensabile rovesciare il tavolo quanto prima alla luce dei danni economici causati dalla pandemia ai club

ADL parlando al Daily Mail ha rilanciato la sua vecchia idea di Campionato Europeo per club:

“Il sistema non funziona più. La Champions e l’Europa League non generano entrate sufficienti per i club per giustificare la partecipazione. Per essere competitivo, hai bisogno di più tanti giocatori di alto livello”, ha esordito il patron del Napoli ai microfoni del tabloid inglese.

Ciò significa che “devi spendere di più e il premio in denaro delle competizioni europee non ne tiene conto. Ecco perché i club hanno bisogno di parlare tra loro per creare un torneo più moderno e redditizio per tutti i partecipanti”.

Secondo De Laurentiis bisogna “ridurre il numero di partite riducendo le dimensioni delle migliori divisioni in tutta Europa. Inoltre, creiamo un campionato europeo con un sistema di ingresso democratico, basato su ciò che le squadre ottengono nelle loro competizioni nazionali. Ho esaminato un progetto pronto a portare 10 miliardi di euro al gioco europeo, ma ci vuole volontà e totale indipendenza”, ha concluso il presidente del Napoli.

De Laurentiis non manca di elogiare il calcio britannico

Noi italiani dobbiamo imparare dal calcio inglese. Se non cambiamo le regole del gioco e non lo rendiamo uno spettacolo migliore, i giovani ci abbandoneranno e il calcio non sarà più la parte centrale della nostra vita”.

“La mia ricerca mi dice che le persone tra gli otto e i 25 anni hanno smesso di guardare il calcio e preferiscono giocare con gli smartphone: hanno completamente trasformato i nostri figli”.

Non sto dicendo che l’abitudine di guardare il calcio in uno stadio morirà, ma ora abbiamo lo ‘stadio virtuale’, che può attirare miliardi di persone a giocare gli uni contro gli altri. Chissà se riusciremo a riportarli sulla strada dello sport più grande e influente del mondo?”.

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