Stile Juve

Flavio Briatore: “La Juve c’era, ma abbiamo voluto cambiarla. Allegri criticato, ma la sua era una squadra solida”

Ai microfoni della trasmissione sportiva Tutti Convocati in onda su Radio24, l’imprenditore e noto tifoso bianconero Flavio Briatore non ha nascosto la sua sorpresa e la sua delusione per l’inaspettata eliminazione della Juventus agli ottavi di Champions League per mano del Porto, tornato a casa con in tasca la qualificazione ai quarti.

Il commento di Briatore: La Juve c’era, ma abbiamo voluto cambiarla. La Juve altri 2 o 3 anni con Allegri poteva farli, era una Juve bilanciata. Non capisco perché cambiare una squadra che ha perso sì le finali Champions, ma ha stravinto i campionati“.

“Prima c’era gente inca**ata – ha proseguito Briatore -, ora non c’è più la rabbia che avevamo prima, non so se dipenda da allenatore o dall’ambiente. Ho visto Pepe nel Porto che sembrava si volesse mangiare il filo spinato, sembrava indemoniato, da noi di indemoniati, a parte Chiesa, non c’era nessuno”.

“Sicuramente la Juve di quest’anno non è quella che eravamo abituati a vedere con Max Allegri e Conte. Il centrocampo di ora è leggero, poi c’è questo mistero su Dybala, che è uno che ti risolve le partite. Ronaldo poi non ha toccato palla, quando hai 37 anni e corri con gente che ne ha 22 gli anni si sentono, anche se sei integro fisicamente”. 

Briatore ha poi aggiunto: “È logico che quando ti arriva un Ronaldo devi cambiare, ma non mettiamo tutta la croce su si lui che ci ha risolto tante partite in campionato. Senza CR7 avremmo anche 10 punti in meno. Ma c’è un limite d’età, non puoi andare all’infinito e poi c’è un problema di costi. Ronaldo è stata un’operazione fantastica anche per il calcio italiano, ma a un certo punto devi vedere la parte economica perché Ronaldo ti appesantisce il budget in modo determinante. La macchina però non deve avere solo campioni, ma anche gregari, gente che recupera palle, questa mi sembra una squadra leggera a centrocampo”.

Briatore ha poi sottolineato: Pirlo non è un grande comunicatore, non è una persona che incita, i giocatori hanno bisogno di un leader. Max lo criticavano perché si vinceva 1-0, ma ha fatto due finali, quella era una squadra solida. Lo scontro diretto ci sta anche lo perdi, ma non puoi perdere con le squadrette“.

Exit mobile version