Marcello Chirico tuona sul caso tamponi alla Lazio e si rivolge al medico sociale della Lazio, Ivo Pulcini:
“Immobile non è un untore di Covid 19. Semmai lo sono quelli che, prima della partita col Torino, gli hanno detto che non era più positivo e poteva essere arruolato per la gara coi granata, nella quale Inzaghi gli ha fatto giocare una quarantina di minuti. La colpa non è del giocatore e nemmeno dell’allenatore, ma di chi ha dato disco verde ad Immobile e altri calciatori della Lazio, risultati poi positivi ai tamponi della Uefa prima di affrontare lo Zenit”.
“In Europa, giustamente, non si può scendere in campo anche se la carica di positività di un calciatore è molto bassa, mentre invece qualcun’altro in Italia sostiene possa giocare lo stesso. Chi sia questo qualcuno non si è ancora capito, però c’è. E a quanto pare non va cercato né presso la ASL di competenza e nemmeno al CTS, quello che ha stilato le linee del protocollo anti–Covid adottato in Serie A: la prima ha dichiarato di avere avuto finora con la Lazio solo contatti telefonici, ai quali non avrebbe fatto seguito alcuna comunicazione formale sui casi di positività all’interno della squadra; il Comitato Tecnico Scientifico ha ribadito invece che nelle sue linee guida non esiste distinzione alcuna tra debolmente o totalmente positivo. Se un giocatore lo è, non può giocare. Più che corretto, altrimenti i protocolli cosa li si scrive a fare. Tutto molto chiaro”.
“Non sembra però esserlo alla Lazio, dove ci si attiene ad altri parametri. Lo ha per altro ammesso Pulcini stesso: “Che senso ha ritenere positivo chi presenta tracce del gene N? Non significa che il soggetto sia malato o contagioso, solo che è entrato in contatto con qualche coronovarisus, non necessariamente il covid 19”. Magari è tutto giusto, sta di fatto che i criteri di valutazione sulla positività dei giocatori sono altri”.
“Tant’è vero che alla Juventus, prima di riaggregare Ronaldo alla squadra, hanno aspettato 15 giorni e che il giocatore fosse totalmente guarito, nonostante la carica virale del portoghese fosse risultata per parecchi giorni molto bassa. Per la serie, regole da rispettare”.
“Già a Napoli si erano presi delle licenze sanitarie, adesso sembra tocchi alla Lazio. Prossima avversaria della Juventus. La quale scenderà sicuramente nella Capitale per affrontare la squadra di Inzaghi, dovessero però al rientro a Torino riscontrarsi della positività all’interno della rosa, si dirà che gli juventini hanno contratto il virus all’interno della propria Area Rossa o per essere venuti a contatto con quelli della Lazio, non totalmente negativi? E questo causa gestione un po’ garibaldina delle norme sanitarie?”
A fronte di ciò, la FIGC che fa? Invia ispettori ad effettuare controlli un po’ dappertutto, ma poi interviene o chiude un occhio? Ricordate gli allenamenti collettivi, con partitella, fatti a Formello durante il lockdown? A memoria, non ricordo sanzioni comminate al club di Lotito.
Dunque “le regole devono valere per tutti, altrimenti diventa una Babele. Altamente inopportuna in un momento come questo in cui alla gente comune vengono imposte regole molto severe e stringenti, e se risulti positivo al Covid non puoi presentarti al lavoro. Carica virale minima o bassa che sia. E chi prova a fare il furbo, paga. O almeno, dovrebbe pagare.