Il giornalista Stefano Agresti su ilbianconero.com ha commentato quello che a tutti gli effetti è il motivo principale che porterebbe i giocatori bianconeri a non prendere in considerazione la possibilità di cambiare squadra: l‘ingaggio stellare.
Il commento di Stefano Agresti:
“Per cercare di dare un tono quasi romantico ai trasferimenti rifiutati da tanti giocatori della Juve, c’è chi continua a ripetere: si trovano così bene a Torino e amano tanto questa società, che non se ne vogliono andare. Non è così.
La questione è poco sentimentale e molto volgare, anzi diremmo umana: i calciatori bianconeri non prendono in considerazione l’ipotesi di cambiare squadra per una questione di vile pecunia. Soldi, insomma.
Chi è disposto a darne loro più di quelli che garantisce la Juve? Soprattutto a coloro che ormai sono un po’ avanti con gli anni e s’infortunano spesso, tipo Khedira, oppure hanno deluso di frequente nelle grandi squadre, come Douglas Costa. Ma anche con Higuain è successo lo stesso: per decidere di trasferirsi a Miami, ha preteso di avere dalla Juve il suo stipendio annuale quasi per intero (e poi lo ha integrato con l’ingaggio degli americani).
E perfino calciatori più giovani e freschi, tipo Rabiot e Ramsey, finiscono quasi prigionieri degli ingaggi bianconeri: chi pagherebbe loro quasi 7 milioni netti a stagione se uno è un eterno immaturo e l’altro ha una resistenza fisica decisamente precaria?
Nessuno, insomma, è disposto a lasciare per strada un soldo. E ha ragione a non farlo, per carità. Chi ha obbligato la Juve a firmare contratti di quell’entità? Pretendere oggi che un calciatore rinunci a qualche milione di euro solo perché una società non crede più in lui è utopistico e anche ingiusto, perché quando l’accordo è stato sottoscritto il calciatore non era da solo, ma in presenza di dirigenti assai sorridenti.
Adesso si sono pentiti della scelta? Probabilmente sì. Ma questo non può essere il problema di Khedira, Douglas Costa, Rabiot, Ramsey, Higuain. E nemmeno di Bernardeschi e Rugani, altri due giocatori che il club ha provato a piazzare un po’ ovunque, Italia compresa.
Così la Juve si trova prigioniera di ingaggi mostruosi, che solo pochi club nel mondo possono permettersi. E tutto questo è frutto di una sorta di ingordigia che prende i nostri dirigenti quando hanno la possibilità di fare proprio un calciatore in scadenza di contratto: non mi costa nulla, perché non dovrei ingaggiarlo?
Perché poi sei costretto a pagargli uno stipendio principesco, ovvio. E per tanti anni. E quando provi a piazzare quel giocatore altrove, ti senti rispondere come un disco rotto: no grazie, guadagna troppo. Un film già visto. In bianco(e)nero e non solo”.