“Suárez può tranquillamente giocare in Italia senza sapere una parola di italiano perché giustamente non gli serve visto che fa il calciatore e con eccellenti risultati”. È questo il sunto del pensiero di Vittorio Sgarbi sul caso Suarez.
“C’è lavoro e lavoro, è evidente che per un un lavoro di concetto o per una attività impiegatizia occorre conoscere bene l’italiano”, esordisce Sgarbi nel suo video.
“Ad un pugile, noi non chiediamo di conoscere bene l’italiano per essere un buon pugile. Allora, “se uno è un calciatore gli chiederai di essere capace, essere un atleta”.
“Se uno fosse muto non potrebbe diventare cittadino italiano perché muto?”. Per cantare non occorre altro che conoscere la lingua in cui si canta, per fare il calciatore non occorre conoscere la lingua italiana”.
“Dov’è allora lo scandalo? Lo scandalo è che molti altri hanno avuto maggior severità nel giudicare la loro conoscenza della lingua mentre hanno chiuso un occhio per Suarez, con l’Università di Perugia che ha riconosciuto con una falsa dichiarazione (falso in atto pubblico, hanno promosso e certificato la conoscenza della lingua italiana per uno che non la conosceva. Benissimo!
“Ma perché Suarez dovrebbe conoscere la lingua italiana? Io posso riconoscere cittadino italiano chiunque abbia il diritto per quello che fa per il suo merito. Non è che siccome le regole valgono per tutti io chiedo la conoscenza della lingua di Dante a un signore che non lo conosce perché ad altri l’ho chiesto. Occorre sapere cosa fanno gli altri”, tuona Sgarbi.
“Quindi di fronte a questo incredibile caso bisogna ritenere che le leggi sono sbagliate. A un calciatore, a un tennista, a un boxer, conoscere la lingua del paese in cui fa sport non è necessario“, sentenzia Vittorio Sgarbi.
“Le ragioni perché Suarez merita di essere riconosciuto cittadino italiano non sono legate alla sua conoscenza della lingua ma al motivo per cui lui è in Italia, a quello che gli si chiede”.
“Certamente nel 90% dei casi è meglio che uno straniero conosca l’italiano. Ma se sei qua perché sei un grande sportivo, il fatto che tu abbia qualità e doti come sportivo, è sufficiente.
Quindi secondo il critico d’arte, “bisogna emendare, cambiare quella norma. Il merito di Suarez precede quello che è poi il requisito di conoscere la lingua italiana”.
“Quindi a chi gioca con i piedi, l’essenziale è di essere utile alla sua squadra, ma che conosca o non conosca la lingua italiana che c’entra. Suarez la cittadinanza italiana l’ha meritata con i piedi e non con la testa. È quei piedi valgono più di qualunque testa”, conclude Sgarbi.