Stile Juve

Criscitiello: “Pirlo non è una scommessa ma un azzardo. Per arrivare alla Juve ci vuole tempo, altrimenti torniamo ai tempi di Maifredi e Ferrara”

Nel suo editoriale per tuttomercatoweb, il giornalista Michele Criscitiello ha commentato il recente arrivo sulla panchina della Juventus di Andrea Pirlo, a seguito dell’esonero di Maurizio Sarri.

Le parole di Criscitiello:

Non sempre un genio in campo si trasforma in fenomeno in panchina. Anzi. Maradona ha fallito, Totti e Del Piero sono rimasti lontani, Platini ha fatto la politica…

Zidane ci è riuscito. E qui ci togliamo subito il dente. Se l’obiettivo è copiare il Real Madrid, allora, auguriamo alla Juventus di riuscirci ma una società come quella bianconera non è nata per copiare; neanche se il giochino è riuscito al Real Madrid.

Più che il sabato della Juventus abbiamo vissuto il sabato del villaggio e, senza offesa, ci siamo sforzati a spiegare che quella gestione fosse della Juventus.

La società che programma tutto, l’emblema di Italia che però forse ha perso il controllo della situazione. Il punto di partenza è che, a Torino, hanno preso un allenatore e gli hanno costruito la squadra al contrario.

Hai vinto lo scudetto e hai messo una pezza ma il gioco, le prestazioni, le coppe perse e la figuraccia in Champions hanno fatto saltare il banco. Una stagione negativa ci può stare ma la confusione che questa stagione ha generato ci sta un po’ meno.

Perché ti chiami Juventus e perché alla guida di questa società c’è un grande Presidente come Andrea Agnelli, che ha dimostrato in questi anni di essere un leader capace a programmare e a vincere. In questa annata non abbiamo capito nulla ma soprattutto non abbiamo capito le ultime due settimane.

Se la tua idea, anche mezza idea, è quella di prendere Andrea Pirlo come allenatore non lo presenti come nuovo Mister della tua squadra di serie C, otto giorni prima della rivoluzione di Torino.

Sei la Juventus e non puoi permetterti un altro anno di delirio dopo aver preso due estati fa Cristiano Ronaldo. Investi sul portoghese e in tre anni lo fai allenare da 3 mister diversi. Dov’è finita la programmazione della Juventus?

Pirlo potrà essere un genio, un predestinato, un visionario e potrà vincere le prossime 8 Champions League ma ad oggi i fatti dicono altro. E noi possiamo basarci solo sui fatti.

Per arrivare alla Juventus ci vuole tempo, devi seguire un percorso, devi avere delle esperienze e devi aver dimostrato qualcosa. Altrimenti torniamo ai tempi di Gigi Maifredi e Ciro Ferrara ma, allora, spiegateci che qualcosa sta cambiando.

Oggi parliamo del nuovo allenatore della Juve come un tecnico di cui non conosciamo il modulo, le caratteristiche, non ha il patentino da allenatore e 8 giorni prima lo avevi assunto per fare la serie C. Qualcosa non mi torna.

È una scommessa di Agnelli ed è giusto che il Presidente segua il suo istinto ma è anche giusto che noi seguiamo quel poco di ratio che ci è rimasta. Le eccezioni ci sono sempre state e ci saranno ancora ma, sinceramente, il rischio del testacoda è elevatissimo.

C’è da dire che Sarri ha remato da solo. Ha le sue grandi colpe ma i veri colpevoli sono i calciatori che hanno giocato senza voglia e senza furore. Gente strapagata che quasi devi pregarla per dare il massimo in campo.

Pirlo non è una scommessa ma un azzardo. Ha due settimane per prepararsi e meno di un mese per fare il ritiro. Con quali idee? Le sue. Mai messe in campo e ci auguriamo che abbia uno spirito diverso. Il carattere in campo conta meno dei piedi ma per fare l’allenatore devi avere anche delle qualità da oratore e motivatore.

Marotta tocca a te. Se l’Inter fa un mercato pesante, il prossimo anno scavalca la Juventus in Italia. Non per Pirlo ma per la confusione nella quale si è infilata la Juventus.

Qualcuno aveva parlato anche di esonero di Paratici. Notizia che non abbiamo mai seguito perché sarebbe stata contro ogni logica, dopo averlo confermato pubblicamente 12 ore prima e perché si può cambiare allenatore in un giorno ma rifare il management con il tempo che c’è a disposizione sarebbe stata follia.

In bocca al lupo ad Andrea Pirlo che, in campo, ci ha fatto innamorare ma in panchina deve dimostrare ancora di conoscere le lettere dell’alfabeto“.

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